Ambrogino d'oroQuesta volta la notizia è che Milano ha stupito. E lo ha fatto nella sua più alta forma di benemerenza civica: l’assegnazione dell’ Ambrogino d’oro. Eh sì, perché tra i nomi dei 52 premiati, a chi si occupa di antimafia ne sono saltati all’occhio due: Nando dalla Chiesa e Denise Cosco. E’ un premio all’antimafia tout court. Da quella fatta nelle scuole e nelle istituzioni dal nostro direttore a quella fatta mettendo a rischio la propria vita testimoniando. Denise Cosco, 19 anni, figlia di Lea Garofalo e Carlo Cosco. Da qualche anno vive sotto protezione perché la sua parola è stata fondamentale nel processo per l’omicidio della madre contro il padre e altre cinque persone, sospettati di legami con la cosca ‘ndranghetista di Petilia Policastro.
Se la premiazione di Nando dalla Chiesa fa esclamare “finalmente” come ad affermare che una lunga battaglia ha portato i suoi frutti, nel caso di Denise si premia il sacrificio di una giovane ragazza. Queste scelte fanno pensare che Milano abbia definitivamente cambiato marcia. Siamo nella Capitale morale d’Italia, dove per anni si è negata la presenza mafiosa. Dove però oggi l’amministrazione è giunta ad avere una Commissione consiliare antimafia ed un Comitato di esperti a disposizione del Sindaco (diretto da dalla Chiesa); ha dato vita al Festival dei beni confiscati, quest’anno alla seconda edizione; ha rescisso un contratto con un’azienda sospettata di infiltrazione mafiosa; si è costituita parte civile al processo e con il Sindaco Pisapia ha portato in spalla la bara al funerale di Lea Garofalo. E ora il 7 dicembre, in occasione dei prossimi festeggiamenti del suo santo patrono, premierà chi per anni ha dimostrato che per lottare la mafia bisogna partire dal fare bene il proprio lavoro e, soprattutto, chi non ha fatto l’eroe bensì, semplicemente, una scelta di responsabilità. In un paese dove solitamente si vive di emergenza e ricordi, dove si ha il vizio di arrivare sempre tardi, questi riconoscimenti sono un ulteriore spunto di riflessione. Forse, parafrasando Giovanni Falcone, ci si è accorti che la mafia è un fenomeno terribilmente serio e grave, e che va combattuto non pretendendo l’eroismo di inermi cittadini, ma coinvolgendo nella lotta le forze migliori delle istituzioni.

E se è vero, come dice Pif, che la mafia uccide solo d’estate, speriamo che l’antimafia non viva solo d’inverno.

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Le motivazioni della premiazione:

Nando dalla Chiesa:
Sociologo e scrittore, è il fondatore in Italia della maggiore scuola accademica in materia di criminalità organizzata: ha creato a Milano, nell’Università degli Studi, un centro di alta specializzazione che coniuga i saperi sociologici, giuridici, mediatici e forma specialisti in grado di operare nel contrasto alle mafie nei più diversi contesti internazionali. Uomo delle istituzioni, ha costruito un percorso scientifico e di impegno civile che fa onore a Milano come presidio di legalità e di democrazia.

Denise Cosco:
Figlia di Lea Garofalo, ha sconfitto la cultura mafiosa radicata nella sua stessa famiglia seguendo l’esempio della giovane mamma. Ha scelto Milano come luogo dei funerali della madre, in quanto città costituitasi parte civile nel processo, riconoscendo così ai milanesi un primato di sensibilità e impegno contro la criminalità organizzata. Milano e’ al fianco di Denise Cosco e della sua battaglia di libertà e giustizia, e riconosce in lei un simbolo di autentico progresso civile.

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