1485977_10201052304143897_318467457_oIl 15 dicembre 1982 in Sicilia esce il primo numero di una rivista mensile antimafia: I Siciliani. Il suo direttore si chiama Giuseppe Fava, detto Pippo, e pochi anni dopo verrà ucciso dagli stessi criminali che cercava di combattere. Oggi, a trentanni dal questo omicidio, la cronista di Libera Stampa L’Altomilanese e Stampoantimafioso.it Ester Castano ha ricevuto il premio che porta il suo nome.

La firma di Pippo Fava comparirà negli editoriali e negli articoli de I Siciliani solo per due anni, fino a quando il 5 gennaio 1984, vicino al Teatro Stabile di Catania due sicari di Cosa Nostra hanno deciso di vietargli per sempre di usare la sua macchina da scrivere. Anche se il delitto inizialmente è stato indicato come passionale, anche se l’allora sindaco della città Angelo Munzone si rifiutò di organizzare funerali pubblici, quello che Fava ha scritto è rimasto nella memoria di molti. La rivista I Siciliani esiste ancora, e esistono ancora giornalisti che firmano articoli sulla mafia.

Proprio una di queste firme, Ester Castano, nel pomeriggio di oggi è stata insignita del «Premio giornalistico Fava». L’onorificenza che premia ogni anno i migliori giornalisti antimafia, le è stata consegnata tra i banchi dell’aula consigliare del comune di Palazzolo Acreide, città nella provincia di Siracusa di cui il direttore de I Siciliani era originario. I motivi che hanno portato il Coordinamento Fava e la Fondazione Fava a premiare Ester sono ormai ben noti ai lettori di Stampoantimafioso.

La giornalista, appena ventitreenne, ha scritto e indagato sulle connessioni tra ‘ndrangheta e politica del comune di Sedriano, in provincia di Milano. Un comune diventato celebre per essere il primo municipio sciolto per infiltrazioni mafiose in Lombardia, grazie ad una inchiesta guidata dai pm Ilda Boccassini e Giuseppe D’Amico.

Oltre alla premiazione di Ester, la giornata si è sviluppata con incontri e dibattiti per ricordare il lavoro di Pippo Fava, a cui hanno partecipato anche il pm della DDA di Palermo Nino Di Matteo e il procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita, oltre a Elena e Claudio Fava, figli del direttore.

Ad Ester vanno i complimenti di tutta la nostra redazione, sperando che le parole di Fava possano sempre trovare qualcuno che abbia il coraggio di portarle avanti, anche in tempi e luoghi lontani dalla sua storia.

«Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo». Lo spirito di un giornale, 11 ottobre 1981.

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