ester castano

Una sala gremita. Mentre a Roma stanno prendendo il via gli stati generali dell’antimafia, in Martesana, zona ad est di Milano, non si resta
certo passivi. La cooperativa sociale La Speranza di Cassina de’ Pecchi e Sant’Agata, insieme al circolo familiare Angelo Barzago di Bussero, hanno infatti organizzato, nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, una serie di incontri sul tema della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. Per chi studia il radicamento della ‘ndrangheta nel nord Italia o semplicemente per chi si dedica consapevolmente all’antimafia, il nome del primo ospite di questo ciclo di appuntamenti è una certezza: Ester Castano. Lei è la giovane giornalista divenuta celebre per aver aperto il vaso di Pandora di Sedriano, il primo comune lombardo sciolto per mafia, e per aver anche aperto gli occhi a molti cittadini sulla presenza, forte e radicata, dell’organizzazione calabrese nell’area ad ovest di Milano. Giovedì 23, nella biblioteca comunale di via Trieste, a Cassina de Pecchi, Ester si racconta e racconta tanto.

Parla inizialmente della sua passione per il giornalismo, quello verace, quello che non si risparmia. La sua storia professionale prende forma da giovanissima, a 17 anni; mentre i suoi coetanei a malapena sanno cosa fare della propria vita, Ester inizia a scrivere. La svolta nella sua carriera, e nella sua vita, arriva nell’estate del 2010, quando gli arresti delle operazioni Crimine – Infinito le fanno capire che per occuparsi di organizzazioni criminali non deve necessariamente tornare nella terra d’origine della sua famiglia, la Sicilia, ma può restare qui al nord. Anzi, è forse più importante rimanere qui, nella florida e tranquilla Lombardia. Fino al 2011 si dedica alla cronaca giudiziaria e, tra le altre cose, è lei che segue (anche per stampoantimafioso.it) le udienze nell’aula bunker di Milano, in quanto è in possesso del necessario tesserino da giornalista. Nell’ottobre di quell’anno poi un suo amico, Ersilio Mattioni, rileva e rifonda Altomilanese, storico giornale che copre gran parte dell’area ad ovest di Milano (Magenta, Castano Primo, Vanzaghello, Inveruno, Arconate) e lei vi si dedica intensamente. Il nuovo direttore decide di cambiare i contenuti: basta cronaca bianca sonnolente, ma giornalismo d’inchiesta. È quindi proprio dalla nuova spinta propulsiva di Altomilanese che Ester inizia a ficcare il naso dove il cittadino comune, e la stampa fino ad allora, non arrivava: cioè tra i corridoi e gli uffici dei piccoli comuni apparentemente tranquilli della provincia, ed in particolare di Sedriano. In questo paesino, che a stento arriva a undicimila abitanti, la giornalista sente che qualcosa non va: politica e ‘ndrangheta, appalti e pacchetti di voti, favori e promesse. Ester ed il suo direttore sanno benissimo che anche al nord i rapporti politico-mafiosi esistono, ma quando cercano di raccontare le relazioni che il sindaco Alfredo Celeste intrattiene con Eugenio Costantino, presunto boss di ‘ndrangheta, i due sembrano ancora rivestire i panni dei “visionari della mafia al nord”, come dice la giovane giornalista. Invece avevano ragione: il 10 ottobre 2012, scattano infatti gli arresti per il sindaco, per Costantino (tra l’altro padre della giovane consigliera comunale di maggioranza Teresa) e per il medico chirurgo del pavese Silvio Marco Scalambra, marito della consigliera comunale e capogruppo Pdl Silvia Stella Fagnani, accusato di essere collettore di voti delle cosche. Quell’operazione è la stessa che vide anche coinvolto Domenico Zambetti, ex assessore lombardo ed ex sindaco della stessa Cassina de Pecchi. Ester ha fatto centro. Dopo una serie di minacce, querele e intimidazioni che non hanno scalfito il lavoro di Altomilanese, un anno fa Sedriano è stato sciolto per mafia.

Mentre il processo contro Celeste gli altri imputati prosegue, Ester continua a scrivere, collaborando con la Prealpina, con Condenast, con una web tv locale e con Stampo Antimafioso, che orgogliosamente cita più volte durante la serata. Oggi si occupa principalmente di grandi opere, di Expo e di cronaca milanese firmando articoli per il Fatto Quotidiano e per Fanpage.it.

La serata cassinese prosegue con le domande dal pubblico, visibilmente affascinato dal modo in cui Ester parla delle sue vicissitudini, alternando l’umiltà di una giovane giornalista sottopagata all’ostinazione di chi vuole toccare con mano il malaffare che condisce le relazioni politico-mafiose del milanese. “Come te la cavi con le querele?”; “Cosa può fare un cittadino normale per non lasciarsi fregare sotto il naso come è stato per gli abitanti di Sedriano?”; “Cosa pensi di Maroni e della classe dirigente lombarda?”; “Come si riconosce la presenza criminale secondo la tua esperienza?”.

Capelli scuri e mossi, occhi castani e pensanti, Ester risponde con la naturalezza di una consumata giornalista, raccontando l’importanza dei reati spia e dalla necessità di una cittadinanza attiva e cosciente: basta seguire i consigli comunali e mettere la giusta pressione quando serve per fare la propria parte, dopotutto “sono fatti che uno nota vivendo il territorio e vedendo come si modifica”. Convince con la consapevolezza di chi sa di essere dalla parte giusta, anche quando parla dell’ansia che comunque incombe quando il giudice deve pronunciarsi su una denuncia o una querela.

Una bella storia quella di Ester Castano, il cui lavoro e impegno è stato avvalorato da alcuni premi illustri, come quello intitolato a Pippo Fava, il giornalista catanese ucciso dalla mafia nel 1984.

Quando però il vociare dei ragazzi nel baretto vicino alla biblioteca si fa più forte, la serata giunge ormai al termine. Guardando i visi delle persone, sorge però deciso un pensiero: se ogni città avesse cittadini coscienti e consapevoli, capaci di comprendere e di agire quando sentono qualcosa che non va, le varie ed i vari “Ester” non dovrebbero più esporsi tanto e forse potrebbe essere un mondo, o almeno un’Italia, migliore.

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