di Carmela Racioppi

A Trento una Winter School sul fenomeno mafioso

mafie senza confiniSenza più coppola e lupara e senza più muri insuperabili, la mafia dell’era globalizzata travalica i confini di ogni singolo Paese. È stata questa l’immagine della mafia descritta dai relatori della Winter School “Mafie senza confini”, tenutasi dal 7 al 9 Marzo nella caratteristica città di Trento. Un percorso formativo realizzato, per gli studenti delle università, dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti umani, dalla neonata Libera trentino e dalla Village Doc&Films, in collaborazione con il centro di ricerca Transcrime, la Provincia e l’università trentina. Un’idea nata, come racconta il presidente del Forum Michele Nardelli, in una sera di un anno fa, al teatro Petruzzelli di Bari, per riflettere sul ruolo assunto dalle attuali organizzazioni mafiose.

In tre intensi giorni i diversi relatori della Winter School, sfatando miti e visione stereotipate, hanno cercato di spiegare al giovane pubblico, dal volto attento e incuriosito, le dimensioni assunte da tutte le mafie. Non solo, infatti, la ‘Ndrangheta, Cosa Nostra ma anche le mafie straniere, quali la mafia russa e le mafie della penisola balcanica, invadono l’Italia. Sfruttando i vantaggi della globalizzazione, le mafie si infiltrano nei territori dei diversi Stati per appropriarsi di ogni angolo prezioso. È il controllo del territorio, spiega Isaia Sales, docente di storia della criminalità organizzata, a costituire l’obiettivo principale perseguito dalle associazioni di stampo mafioso. Il professore, con tono appassionato, racconta il successo plurisecolare delle mafie. La criminalità organizzata ha successo, afferma Sales, perché si basa su una violenza di relazione; una violenza riproducibile che offre, a chi la usa, una precisa collocazione sociale. Ripercorrendo la storia della mafia italiana, lo studioso napoletano sottolinea come sia stato fondamentale il consenso sociale per una criminalità che definisce ideologica. Gli uomini del mondo mafioso vivono di prestigio sociale che insieme al controllo del territorio è messo al primo posto tra i vari obiettivi.

La forza della mafia, infatti, è fuori dalla mafia. Per questo è necessario che la lotta al crimine organizzato sia trasversale, concetto condiviso e ripreso più volte in tutti e tre giorni. Non deve riguardare solo gli organi della polizia o della magistratura ma ogni singolo cittadino. È importante sviluppare un senso di appartenenza e di riconoscimento reciproco in quanto, solo laddove questo è altamente presente, per le mafie diventa sempre più difficile infiltrarsi. Così ha dato il via alla Winter School, il presidente della regione, Alberto Pacher.

La stessa città di Trento non è immune dal rischio di infiltrazione mafiosa, come testimonia Stefano Caneppele del centro di ricerca Transcrime. Mafia e Trento non solo realtà tra loro completamente sconosciute; infatti in tutta la regione del Trentino Alto-Adige sono stati confiscati già 16 beni, di cui 13 solo nel comune di Trento. La mafia non si lascia certo sfuggire un territorio ricco come quello del trentino che funge da importante ponte tra il sud e il nord del continente europeo. Nonostante la presenza di cooperative e di aziende a base familiare, le organizzazioni mafiose cercano di mimetizzarsi in tutte le zone del triveneto per appropriarsi di attività economiche e commerciali. A costituire un alto rischio per le infiltrazioni sono gli appalti edili, la gestioni di esercizi pubblici e quelle imprese che si trovano in situazioni di difficoltà.

Diventa quindi prioritario acquisire una piena consapevolezza di tale fenomeno, partendo proprio dalle giovani generazioni. In una realtà ormai internazionalizzata, in cui diventa sempre più facile spostarsi da una parte all’altra del mondo, non si può non prendere coscienza della presenza mafiosa. La mafia, infatti, riguarda ogni singolo individuo, e non solo gli altri o le regioni del Sud: è stato proprio questo il messaggio che la Winter School trentina, in diversi luoghi della città, ha voluto trasmettere a tutti i partecipanti. Non si può insomma restare indifferenti di fronte alla mafia, ma bisogna reagire e informarsi per far sì che siano tutti i cittadini e non i mafiosi ad acquisire il controllo dei territori.