di Nando dalla Chiesa

Ogni tanto le università fanno ancora delle rivoluzioni. Magari non per accompagnare i grandi movimenti che si gonfiano al loro esterno, come l’antirazzismo, la lotta per la pace o la liberazione nei costumi. Ma per cambiare prima di tutto se stesse. E porsi all’altezza delle sfide dei tempi. È il tipo di rivoluzione che propone all’intero mondo accademico SISMA (un nome, una garanzia), ovvero la Società Scientifica Italiana degli Studi su Mafie e Antimafia. Che nasce venerdì 19 gennaio, con inizio alle ore 11.30, nell’aula 211 dell’Università degli Studi di Milano. Obiettivo: dare finalmente agli studi sul fenomeno mafioso piena cittadinanza e legittimazione dentro il sistema accademico. Farne materia in grado di promuovere una crescita vitale della società italiana, dandole, a partire dalle sue istituzioni, le conoscenze necessarie a confrontarsi seriamente con un nemico forte e agguerrito. Sapere studiare l’avversario è d’altronde la condizione prima per batterlo. Un sistema universitario che non si occupi del fenomeno mafioso, che non insegni a conoscerlo, che produca giudici che non ne hanno mai sentito parlare, amministratori orecchianti, insegnanti pronti a farsi abbacinare dai primi “esperti” di passaggio, è il regalo più grande che si possa fare alla criminalità organizzata.

Ecco, se lo si può dire in modo un po’ arrembante, “la pacchia è finita”. Per la mafia e per gli esperti immaginari. Sisma nasce con tagli interdisciplinare, fortemente orientata a colloquiare con scuole, associazioni, pubbliche amministrazioni. Per dare risposte fondate alle domande dei giovani che vogliono sapere: la vera storia della mafia dentro la storia nazionale, mafia e urbanistica, mafia e impresa, mafia e sanità, mafia e informazione. E tanto altro, come mafia e sport. O mafia e ambiente, naturalmente. Un campo immenso di studi che fino a quindici anni fa è stato praticamente disertato mentre la mafia faceva stragi, corrompeva in ogni partito,inquinava l’economia del Paese.

Ecco la rivoluzione. Venerdì più di centotrenta studiosi, soprattutto giovani, di tutta Italia, metteranno nuova benzina nella nostra democrazia, impegnandosi a unire i loro talenti scientifici al servizio di una grande causa. Non fabbricando tesi pregiudiziali ma studiando portando tanti altri a studiare. L’ingresso è libero. Il programma è quello che trovate qui sotto. E l’appuntamento potrebbe davvero lasciare una traccia nella nostra tormentata vicenda nazionale.
(Milano, 19 gennaio 2024, Università degli Studi, via Festa del Perdono, aula 211, ore 11.30)

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