di Giorgia Venturini

Ammontano a 15 milioni di euro i beni confiscati a Rosario Marchese, imprenditore di 32 anni considerato vicino alla Stidda e al clan mafioso dei ‘Rinzivillo’ di Gela, in provincia di Caltanissetta. Le indagini condotte nel 2018 dalla Direzione investigativa antimafia, che ha eseguito mercoledì il decreto di confisca, hanno svelato l’ascesa imprenditoriale di Marchese nel Nord Italia dove aveva costituito numerose società commerciali, direttamente o indirettamente riconducibili a lui.

Si tratta di 11 società e 2 ditte con sedi a Brescia, Bergamo, Milano, Torino, Verona, Roma e Gela, operanti nei settori della consulenza amministrativa, finanziaria e aziendale, della sponsorizzazione di eventi e del marketing sportivo, del noleggio di autovetture e mezzi di trasporto marittimi ed aerei, del commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti petroliferi, di studi medici specialistici, della fabbricazione di apparecchiature per illuminazione e della gestione di bar.

E ancora: una società di noleggio che gestisce, presso la struttura aeroportuale Catullo di Verona, una flotta di vetture di lusso e una società con sede a Roma, che sponsorizza e partecipa a prestigiosi campionati monomarca di auto da competizione. Ma anche una holding con uffici a Milano nella centralissima via Montenapoleone. Dei 15 milioni di beni confiscati, di ‘appena’ 6 milioni è il valore di un’opera d’arte risalente al XVII secolo in possesso di Rosario Marchese. L’imprenditore, originario di Caltagirone ma residente a Brescia, si trova già detenuto per reati di mafia nel carcere di Opera a Milano.   

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