Antefatto: il 13 luglio 2011 l’allora Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, firmò l’autorizzazione per la creazione di una commissione d’accesso al comune di Ventimiglia demandando la nomina dell’organo al prefetto di Imperia, Francesco Paolo Di Menna. Il compito della commissione d’accesso era di indagare se il Comune, o gli enti ad esso collegati, avessero subito infiltrazioni o condizionamenti da parte di associazioni di stampo mafioso; per farlo l’organo ha avuto libero accesso a tutti gli atti amministrativi del Comune.

La nomina della commissione fu richiesta tramite un esposto presentato dall’associazione Casa della Legalità il 13 agosto 2010. Come risposta  l’associazione ricevette due querele, di cui una proprio dalla Giunta comunale, l’altra invece da Vincenzo Moio, vicesindaco di Ventimiglia, già nominato negli atti dell’operazione “Il Crimine” del luglio 2010. L’ultimo tentativo di ostacolare i lavori della commissione fu operato dal Sindaco stesso, Gaetano Scullino del PdL, che assieme a parte della giunta si dimise. Salvo poi tornare sui propri passi grazie all’ulteriore intervento della Casa della Legalità che scrisse al Ministro chiedendogli di non fermarsi di fronte alle dimissioni del Primo Cittadino.

Sarebbe bastato leggere i documenti dell’operazione “Maglio 3” del 27 giugno 2011. Scaturita dalla precedente inchiesta piemontese “Maglio”, pose le basi per indagare anche in Liguria individuando quattro “locali” ‘ndranghetiste: Sarzana, Lavagna, Genova e Ventimiglia. Quest’ultima avrebbe inoltre acquisito il titolo di “camera di controllo” dell’intero territorio costiero, grazie anche alla sua vicinanza con il confine. Tale indagine ha portato all’arresto di 12 membri delle cosche tra cui il capo in carica nella Liguria: Domenico Gangemi. Assieme a lui furono incarcerati anche Giuseppe Marcianò,  Forunato e Francesco Barilaro. Nomi collegati proprio con il comune di Ventimiglia: Giuseppe Barilaro, pur essendo incensurato, oltre ad essere uno dei funzionari dell’ufficio licenze è anche figlio di Fortunato Barilaro. Alla moglie di Giuseppe Marcianò, Angela Elia, è intestata invece la società Marvon che ha avuto accesso ai lavori per la costruzione del porto di Ventimiglia. Ed infine ricompare il nome di Vincenzo Moio: ora indagato ufficialmente per 416bis.

La commissione d’accesso, malgrado le resistenze, è riuscita a svolgere il proprio compito portando il neo Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, a ordinare lo scioglimento del Comune il 3 febbraio 2012. Il secondo nel Ponente ligure, dopo quello di Bordighera avvenuto lo scorso 11 marzo 2011. Risultato accolto con gioia dai membri della Casa della Legalità perché rappresenta il primo passo per mettere al bando dalla Liguria la criminalità organizzata: solo superando la fase di negazionismo precedente e giungendo ad una piena consapevolezza della colonizzazione mafiosa si può sperare di riuscire a controbattere il fenomeno. La direzione dell’associazione invita infatti, in un comunicato sul sito, ad andare avanti: i comuni condizionati sono ben più di due e quindi ve ne sono altri che aspettano di essere ripuliti.

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