In questa sezione sono contenute alcune tesi di laurea, nella maggior parte dei casi frutto del lavoro di studenti che in questi anni hanno frequentato il corso di Sociologia della criminalità organizzata tenuto dal Professor Nando dalla Chiesa presso la Facoltà di Scienze Politiche, economiche e sociali (Università degli studi di Milano). Ci teniamo a ricordare che la proprietà intellettuale degli scritti è da attribuirsi ad ogni singolo autore e che gli elaborati sono contenuti negli archivi dell’Università. Ne raccomandiamo pertanto un uso rispettoso della proprietà intellettuale secondo le norme della licenza Creative Commons (Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0), ricordando che la violazione di tali diritti è punita dalla legge.
Ricordiamo inoltre che l’eventuale situazione giudiziaria delle persone giuridiche e fisiche citate nell’elaborato è da considerarsi tale fino alla data indicata al termine della breve descrizione. Se qualcuno dovesse riscontrare inesattezze o anomalie lo preghiamo di mettersi in contatto con la redazione di Stampo Antimafioso al seguente indirizzo: redazione@stampoantimafioso.it

La criminalità organizzata nell’Africa Subsahariana: un’ipotesi di mappatura

di Morgane Afnaim

L’Africa rappresenta il luogo dove il crimine organizzato si intreccia con la sua storia, le sue risorse, i suoi protagonisti e le necessità dell’Occidente in un inestricabile groviglio di opportunità e impunità. Questo continente è infatti un “non-luogo” di cui tanto si sente parlare, ma spesso più per le ripercussioni che porta in quella parte di terra chiamata “Occidente” che per le sue effettive problematicità e realtà. Partendo dal contesto storico-politico di riferimento e passando per i numerosi conflitti si arriva a individuare diversi “fattori criminogeni” della regione subsahariana e le diverse opportunità criminali che hanno reso l’Africa permeabile a infiltrazioni criminali estere ma anche culla di gruppi criminali autoctoni. Attraverso poi due casi esemplari, quello della Guinea-Bissau e del Kenya, si rilevano due modelli principali di insediamento e penetrazione criminale all’interno degli Stati africani. (28-03-2018)

Il contrasto alla ‘ndrangheta in Germania tra orientamenti interni e cooperazione internazionale

di Elena Rita Mendicino

Questa tesi di laurea magistrale intende esaminare la capacità di penetrazione dei gruppi criminali italiani nel territorio tedesco e svolge un’analisi degli strumenti che la Germania utilizza per combattere le organizzazioni criminali di origine italiana (la ‘ndrangheta in modo particolare) e la loro efficacia, sia dal punto di vista interno, sia in relazione al contrasto transnazionale e internazionale, in collaborazione con altri Stati o con organizzazioni transnazionali, l’Unione Europea in modo particolare. È proprio per l’importanza della Germania nel sistema europeo, e nello scenario internazionale, che il contrasto alle organizzazioni criminali nel suo territorio deve essere efficace, sia a livello interno sia regionale e globale: in un’Europa sempre più interconnessa, economicamente interdipendente e con meno barriere, la Germania è un Paese la cui condotta non può non avere effetti sugli Stati circostanti e le cui potenzialità sono troppo rilevanti per poter lasciare che siano sfruttate a livello criminale. (27-03-2018)

Le organizzazioni mafiose italiane nella Germania nord-occidentale: modello di insediamento

di Simone Laviola 

La Germania, da sempre considerata come la “locomotiva d’Europa”, si ritrova a dover affrontare un fenomeno che sembra incompatibile con la sua mentalità rigorosa: quello dell’infiltrazione delle organizzazioni mafiose italiane. Partendo dal flusso migratorio conseguente all’accordo bilaterale tra Italia e Germania del 1955, passando per la Caduta del Muro nel 1989 e la Strage di Duisburg del 2007 fino ad arrivare all’Operazione Stige di fine 2017, questo elaborato intende analizzare le motivazioni che hanno portato le organizzazioni mafiose italiane a spostarsi ed investire proprio in Germania, concentrandosi sulle regioni del Nord Ovest e la regione del Nordreno-Vestfalia in particolare.

Le organizzazioni mafiose nel mondo del calcio: tra strategie di conquista e strategie di business

di Marco Colombo

Si dice che il calcio sia lo specchio della società. In Italia, alla luce di quanto detto in questo elaborato, sembra essere proprio così. Ciò che emerge da questo lavoro è una infiltrazione totale delle organizzazioni mafiose nel calcio italiano. Utilizzando metodi e schemi già consolidati in affari extracalcistici, e sfruttando le innumerevoli debolezze del mondo del calcio, le organizzazioni criminali hanno allungato i loro tentacoli anche sullo sport più seguito dagli italiani. Tifoserie, calcioscommesse e gestione della società: tutto può essere sfruttato dai clan per ottenere vantaggi economici e, ancor di più, sociali. (23-03-2018)

San Donato Milanese e la criminalità organizzata: uno studio di comunità

di Filippo Franceschi

Questa tesi riporta i risultati di uno studio di comunità condotto sulla città di San Donato Milanese, al fine di comprendere meglio i modelli di criminalità organizzata insediativisi negli anni passati e tutt’oggi presenti. A tale scopo viene utilizzato un metodo di ricerca che partendo dalla descrizione storica dei mutamenti urbanistici, demografici ed economici della città analizza le attività e la realtà delle organizzazioni criminali presenti nell’area. (04-03-2017)

41 bis tra storia, cultura e diritto

di Selene Hauptman

L’obiettivo di questa tesi è quello di analizzare attraverso un’analisi multidisciplinare e prevalentemente sociologica il regime detentivo speciale previsto dall’Articolo 41 bis e le conseguenze che esso può comportare per il detenuto mafioso. Il lavoro cerca di capire se il soggetto condannato per reati di mafia, una volta entrato in carcere e sottoposto alla detenzione speciale, possa ridefinire il proprio ruolo sociale, oltre a comprendere se l’art. 41 bis sia realmente efficace nel recidere il vincolo associativo tra il detenuto e l’organizzazione criminale di appartenenza e se permetta effettivamente la rieducazione del mafioso. Per fare questo e per arrivare alle giuste conclusioni, sono stati presi in esame il quadro legislativo, storico, culturale e politico all’interno del quale si colloca l’Articolo 41 bis del nostro ordinamento penitenziario. (15-12-2017)

La nuova Calabria. La cultura dell’antimafia a Lamezia Terme

di Chiara Palazzo

Lo scopo della tesi è stato quello di analizzare e dare voce ai tanti aspetti positivi presenti in Calabria e in particolare a Lamezia Terme, dei quali non si sente mai parlare, e dare voce a chi vuole intraprendere o ha già intrapreso la via del cambiamento nonostante le tante difficoltà presenti.
Dopo un quadro generale sulla ‘ndrangheta, la sua nascita e i suoi punti di forza, sono state affrontate tematiche quali il valore e la fondamentale importanza della cultura e della memoria come strumenti di stimolo alla responsabilità e come punti di partenza per un cambiamento reale; l’uso sociale dei beni confiscati e un’analisi delle leggi che hanno reso ciò possibile; l’importanza dei giovani e del festival Trame (festival di libri sulle mafie) che lottano per un cambiamento concreto e reale. È emersa voglia di riscatto e cambiamento. Tante iniziative vengono realizzate quotidianamente per perseguire un unico obiettivo principale: combattere, o comunque arginare il più possibile, la ‘ndrangheta. (18-07-2017)

Milano di fronte alla mafia: la rimozione degli anni Novanta  

di Silvia Spazzini 

Questo elaborato vuole analizzare la rimozione del fenomeno mafioso nella Milano degli anni Novanta, città che ormai da trent’anni ha a che fare con la criminalità organizzata. Di mafia, però, sono solo pochi a parlarne, perché si preferisce occultare la presenza mafiosa: per non disturbare la politica, per non finire sotto inchiesta, perché ormai certe operazioni illecite sono diventate “ordinarie”. Milano, come altre città del Meridione, ha i suoi quartieri degradati, in cui il controllo del territorio è in mano alle organizzazioni criminali. Inoltre, la città della finanza, è fornita di banche in cui riciclare i soldi sporchi e politici da corrompere. Ma non bisogna scordarsi delle eccezioni, ovvero di quei cittadini onesti che, dal proprio posto di lavoro, o all’interno di associazioni, si impegnano nella lotta antimafiosa, non facendosi influenzare dai pregiudizi sull’immunità del Nord al fenomeno mafioso. Grazie a queste persone, di cui si parlerà nell’ultima parte dell’elaborato, la mafia negli anni Novanta è stata combattuta e denunciata, nonostante la grave mancanza di attenzione da parte delle istituzioni al tema. (9-03-2018)

Le organizzazioni criminali nella repubblica ceca

di Leonardo Tincani

La Repubblica Ceca risulta essere un importante crocevia per i movimenti delle grandi organizzazioni criminali, configurandosi tra le mete preferite per accedere all’Europa occidentale. In questo elaborato vengono analizzati i fattori ritenuti responsabili del radicamento del fenomeno criminale in Repubblica Ceca, ponendo particolare attenzione agli avvenimenti precedenti e successivi al 1989. Per fornire un quadro completo della situazione vengono inoltre analizzate le singole organizzazioni criminali presenti sul territorio, individuando le aree di competenza e le relazioni tra le stesse. La ricerca si conclude con un’analisi della situazione criminale ceca, evidenziando prospettive e preoccupazioni future. (27-3-2018)

L’impegno educativo antimafia: l’esperienza didattica di Nando Benigno, “professore del Sud”

di Valeria Biasco

Questo elaborato, inizialmente, intende approfondire lo sviluppo degli interventi normativi, nazionali e regionali, riguardanti la didattica antimafia e l’educazione alla legalità, per poi concentrarsi in particolare su uno specifico caso di studio: l’impegno educativo antimafia del professor Nando Benigno, nelle due città che lo hanno visto protagonista e leader carismatico del Coordinamento insegnanti e presidi in lotta contro la mafia, attivo dagli anni Ottanta a Milano, e dagli anni Novanta a Brindisi. Il professor Nando Benigno individua e conia un modello di didattica antimafia che si sviluppa, con analogie e differenze di contesto, in due città e in due momenti storici differenti: Milano negli anni Ottanta, decennio che anticipa ma che già “mastica” il clima corruttivo che viene alla luce con l’inchiesta Mani Pulite del 1992 – 1993; Brindisi negli anni Novanta e Duemila, quando la Sacra Corona Unita raggiunge l’apice della sua potenza per poi essere ostacolata efficacemente dalla magistratura e da quel mondo della scuola inaspettato. (13-12-2017)

Leadership criminali del novecento a confronto: i casi di Lucky Luciano e Pablo Escobar

di Noemi Ripamonti

Lucky Luciano, il più grande boss di Cosa nostra italoamericana, ha costruito con grande strategia un’organizzazione criminale di nuovo stampo, che ha varcato i confini razziali e imprenditoriali tracciati da Cosa nostra siciliana. Il re dei Cartelli colombiani della droga, Pablo Escobar, è allo stesso tempo un criminale depravato, un brutale capobanda, un astuto imprenditore, un politico, un gran comunicatore, un padre affettuoso. Come è stato possibile che Luciano avesse così tanto potere da ricevere una richiesta d’aiuto da parte del governo americano durante la Seconda guerra mondiale? Come ha fatto Escobar a godere di un’influenza così forte sull’opinione pubblica? L’obiettivo è quello di osservare le storie, le vicissitudini, la personalità, i piani criminali e politici, le alleanze, i nemici, di questi due personaggi che hanno saputo fare la storia, non solo criminale, di due Paesi occidentali nel corso del Novecento per poter ragionare sui fattori di successo e di caduta di queste leadership criminali, su ciò che le accomuna e su cosa invece le contraddistingue. (18-7-2017)

L’etica di impresa come risorsa di sviluppo sociale e risorsa aziendale di fronte alla mafia

di Francesco  Corti

I valori etici fanno parte in modo indissolubile delle attività dell’impresa, derivano dalla sua natura e dalla sua funzione.  È da questo presupposto che vengono analizzate le connessioni e gli elementi che legano l’impresa alla società, sottolineando il vantaggio che essi portano allo sviluppo umano e culturale, arrivando a proporli quali strumenti di difesa della legalità, di lotta alla corruzione e di risorsa aziendale di fronte alla mafia.
Nella tabella finale vengono riassunti i parametri etici maggiormente valorizzati dalle realtà e dalle imprese studiate, in base alle loro caratteristiche organizzative, e viene indicato come essi si concretizzano in termini di vantaggi economici e sociali.(27-11-2017)

La rappresentazione televisiva della criminalità organizzata: gli effetti sull’opinione pubblica

di Elisa Cianciabella

L’obiettivo di questo elaborato è analizzare il modo in cui la criminalità organizzata viene rappresentata dalla serialità televisiva italiana e le reazioni che questa rappresentazione può generare sul pubblico. L’analisi si concentra su due serie in particolare, La Piovra e Gomorra, e su articoli di giornale, attraverso i quali si cerca di indagare quali siano gli effetti sul pubblico e le reazioni della classe politica italiana. (15-12-2017)

‘ndrangheta di un paese-mondo. Il caso di San Luca

di Giovanni Balducci

L’elaborato si prepone di illustrare l’intera ascesa criminale della ‘ndrangheta dall’Ottocento ai giorni nostri, attraverso la storia di uno dei paesi più ignorati ma, al tempo stesso, più importanti dal punto di vista simbolico e criminale: San Luca. Un percorso dietro le quinte della criminalità organizzata calabrese che, partendo dalle radici storiche, politiche e socioeconomiche, e approfondendo il contesto locale, si dirama poi nello studio delle colonie sanlucote nel Nord Italia, in Germania e nel resto del mondo. Particolare attenzione è stata destinata all’identificazione dei protagonisti criminali di San Luca, con la costruzione dei loro alberi genealogici in Appendice, oltre che al ruolo dello Stato e del Nord Italia nella questione meridionale. (1-7-2017)

La rappresentazione del Maxiprocesso di Palermo sulla stampa italiana: febbraio 1986 – dicembre 1987

di Marzia Innocenti

Come si è comportata la stampa italiana di fronte al Maxiprocesso di Palermo negli anni 1986-87? L’obiettivo di questa tesi è quello di comprendere se il lavoro della stampa è stato completo e obiettivo. Viene proposta quindi un’analisi monitorata e dettagliata, utile a mostrare i metodi di presentazione, selezione e molto spesso di manipolazione delle notizie che hanno portato alla diffusione di saperi preorientati. Per fare questo e per arrivare alle giuste conclusioni, sono analizzati i fatti più eclatanti del Maxiprocesso attraverso gli articoli di quotidiani locali e nazionali.

Il grande crimine organizzato: le organizzazioni messicane e la reazione degli USA. Un confronto con le strategie legislative di contrasto italiane

di Paolo Petralia Camassa

Un’analisi dell’ampio scenario criminale messicano e della sua evoluzione storica, la verifica dell’assetto ordinamentale-penale statunitense nell’azione di contrasto ai Narcos messicani nell’intento di pervenire, con una previa descrizione del fenomeno criminale siciliano, ad una diagnosi di possibile compatibilità che dalle affinità operative dei due consessi si proceda verso un’ideale assimilazione dei modelli penalistici italiani, sostanziali e processuali, da parte degli Stati Uniti. (6-4-2017)

Storia e geografia della ‘ndrangheta in provincia di Lecco

di Stefano Vassena

L’obiettivo finale del presente elaborato è quello di tracciare un quadro complessivo e completo della storia dell’infiltrazione ‘ndranghetista in provincia di Lecco, a partire dagli anni Sessanta fino ai tempi più recenti, e dei territori oggetto di questo processo di “colonizzazione”, attraverso la trattazione di casi specifici. L’intento è quello di spiegare le circostanze economiche, storiche e sociali che hanno portato la provincia di Lecco a essere annoverata tra le provincie del Nord d’Italia con il più alto indice di presenza mafiosa. L’analisi vuole essere la concreta testimonianza di come la ‘ndrangheta abbia condotto, soprattutto nel corso degli ultimi vent’anni, un vero e proprio fenomeno di penetrazione nel tessuto sociale della provincia di Lecco, penetrazione testimoniata per la prima volta con l’operazione denominata “Wall Street” che, nel 1992, portò all’arresto di Franco Coco Trovato, capofamiglia del clan di ‘ndrangheta la cui egemonia nel territorio lecchese dura fino ai giorni nostri, come testimoniano gli ultimi eventi dell’operazione “Metastasi” dell’aprile 2014. (18-3-2015)

Strategie educative e lotta alla mafia: la sottrazione della patria potestà. L’esperienza di Reggio Calabria

di Arianna Bianchi

Dal 2013 gli Uffici Giudiziari di Reggio Calabria si coordinano al fine di disporre la sottrazione della potestà genitoriale nelle famiglie di ‘ndrangheta, che educano i figli a un destino criminale. L’elaborato analizza la potenziale efficacia di tale misura come strumento di lotta alla criminalità organizzata.
Lo studio muove dunque lungo due prospettive: quella dell’interesse del minore  (che lo Stato ha il dovere di tutelare) a ricevere un’educazione sana, con considerazione dei danni che l’educazione mafiosa produce sul percorso di crescita dell’individuo; e quella del processo educativo come opportunità di contrasto alla ‘ndrangheta: come l’organizzazione criminale per continuare a esistere necessiti di educare sempre nuove generazioni al proprio codice valoriale, l’importanza del confronto culturale tra sistema sociale mafioso e società democratica e le strategie educative che quest’ultima può adottare. (16-3-2016)

Criminalità organizzata nelle periferie milanesi: il caso Corvetto

di Marco Satariano

Le periferie milanesi stanno diventando sempre più l’oggetto al centro del dibattito politico attuale della città, ma spesso non si conoscono gli intrecci indissolubili che hanno sviluppato storicamente con la criminalità organizzata. Questo elaborato si concentra in particolar modo sulla periferia di Corvetto, arteria pulsante della città dalla pessima reputazione, attraverso un’analisi storica che parte dal secondo dopoguerra fino all’ultimo decennio senza mai perdere di vista il contesto dell’intera città di Milano. Per comprendere meglio la presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso e del suo legame con le radici di questo quartiere, sono state studiate le peculiarità rappresentate dall’edilizia pubblica della zona, i processi di infiltrazione ed integrazione mafiosa, i protagonisti e i loro rapporti seguendo le due maggiori operazioni antimafia sul territorio, l’Operazione Pavone e l’Operazione Ortomercato, dimostrando oltre la centralità criminale anche le vantaggiose joint venture tra mafie diverse. (28-06-2016)

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