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Dai termini di custodia cautelare del comunicato stampa della Procura di Milano si evince che lo scambio elettorale politico-mafioso utilizzato per eleggere Domenico Zambetti è continuato ben oltre l’elezione regionale del 2010 e precisamente “sino al 15.03.2011”, ovvero fino all’inizio della campagna elettorale per le amministrative di tanti municipi lombardi, tra i quali spicca Milano.

E’ quindi lecito aspettarsi sviluppi più locali nelle indagini che hanno portato all’arresto dell’assessore lombardo: se 500 voti sono finiti a Sara Giudice (pare inconsapevolmente), sarà interessante capire a chi sono finiti i restanti 2000 voti,visto che dalle indagini si è scoperto che ammonta a 2500 voti il pacchetto delle mafie a Milano città.

La logica e non solo le imputazioni di Domenico Zambetti fanno intuire l’impegno della criminalità organizzata per le comunali di Milano: difficilmente i clan calabresi sprecano. A conferma ci sono anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Cicalese, pentito ritenuto attendibile, il quale afferma che pure nelle elezioni nazionali del 2006 i voti milanesi della criminalità organizzata sono stati impiegati. Chissà se le prossime settimane saranno foriere di sorprese.

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